NO GOD, PERCHE' CREDERE NELL'UOMO E NON IN DIO: LIBROFORUM A FAVARO SUL SAGGIO DI D. SVARCA |
Lunedì 11 Novembre a Favaro, in Via Cima Rosetta 19 LIBROFORUM sul saggio di Dante Svarca
“NO GOD”
perché credere nell'uomo e non in dio, proposto da Sandro Sartori.
Il libro si presenta in modo brillante: la prefazione è infatti niente di meno che della “stella” Margherita Hack e ora capirai perchè. Nella sua opera lo scrittore Dante Svarca affronta la visione del mondo degli uomini nel tempo e lo fa attraverso un’analisi qualificata dei miti, dai leggendari episodi biblici, fino ai tempi odierni. L’auspicio dell’autore è che la vita dell’uomo possa dispiegarsi pienamente e felicemente anche senza un riferimento divino. Anzi, la religione, viene argomentata quale strumento di potere e di sopraffazione dell’uomo sull’uomo (e sulla donna!), dunque di dolore. Inoltre la religione è vista, in modo meno cruente ma forse più insidioso, quale sistema per obliare la razionalità del genere umano e per disperdere la consapevolezza del “qui e ora” tanto utile sia per l’azione concreta che per la felicità e l’equilibrio personale. Insomma l’esortazione sembra essere: basta pregare qualcosa che di fatto non ha mai provato la propria esistenza e si basa sulla fede e la credulità. Sveglia! Vivi sereno e datti da fare! Non servono l’inferno e il paradiso per un’etica umanista del buon vivere sociale. L’ingresso è libero, seguirà dibattito.
La foto è di Emilio Locatelli dal 1° Concorso di Fotografia Liberi di Non Credere
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CHIEDIAMO SCUSA SOLO ALLE PECORE: 500 MANIFESTI SBATTEZZO A VENEZIA E PROVINCIA |
Le pecore ci scuseranno, ma ci sono sembrate un modo simpatico per esprimerci sulla questione "sbattezzo", sui muri di Venezia, di Mestre e della provincia, con 500 manifesti colorati.
Il battesimo introduce il neonato, inconsapevole, nella comunitàdella chiesa cattolica dove diviene suddito, obbediente, “servo di Dio”, e sottomesso al papa dei cattolici.
Pochi sanno che il battesimo è un vero e proprio esorcismo che libererebbe dal peccato e dal diavolo.
Beh, noi di UAAR pensiamo che chi non è credente, chi ritiene che la qualifica di servo e suddito non faccia al caso suo, chi non si riconosce nell’istituzione religiosa, possa, da maggiorenne, fare un passo indietro e procedere allo “sbattezzo”. Lo sbattezzo non è un contro-rito ma una annotazione da apporre sul registro parrocchiale del battesimo con la quale si certifica la propria volontà di non appartenere più alla Chiesa cattolica.
Lo sbattezzo non è un atto goliardico ma è un esercizio di onestà intellettuale e di coerenza ed è un diritto e ribadito dal Garante della privacy (Rodotà) nel 2002 a seguito di un ricorso di un socio UAAR vs una parrocchia che gli negava l’annotazione.
I cattolici in Italia non sono il 95 per cento, sono molti meno, per favore facciamolo sapere, è una questione importante, una questione di democrazia. Solo uno Stato laico può garantire più diritti per tutti senza discriminazioni.
"Sbattezzarsi" è rapido e semplice, basta scrivere una raccomandata alla parrocchia dove si è stati battezzati, con allegata copia di un valido documento di identità. NON E' NECESSARIO FORNIRE ALCUNA MOTIVAZIONE.
Saremo, con il nostro gazebo informativo e i moduli per lo sbattezzo, a Mestre in Piazza Ferretto Sabato 26 Ottobre e a Venezia in piazzale Roma il giorno Mercoledì 30 Ottobre.
SE VUOI CHE PREPARIAMO ASSIEME LA RACCOMANDATA PORTA AL GAZEBO UNA COPIA DELLA CARTA D'IDENTITA' O PATENTE
cathia
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LA FOLLIA DI FRANCESCO AL CANDIANI DI MESTRE |
Venerdì 25 Ottobre
a Mestre, ore 17, 30,
Centro Culturale Candiani
“ LA FOLLIA DI FRANCESCO, il poverello di Assisi sul lettino di analisi di uno psichiatra”
relazione - e analisi - di Giuseppe F. Merenda (psichiatra)
Chi conosce il nostro relatore sa innanzitutto che è simpatico, poi che si diverte a disegnare vignette. Ma è anche psichiatra, ed è un amante della ricerca storica che per diletto tramuta in libri divulgativi. La sua indole curiosa lo ha portato a studiare le icone della religiosità popolare: i santi. E così, dopo alcune riflessioni sulla figura di san Francesco si è chiesto: “Il poverello di Assisi era davvero quella creatura compassionevole, beata, caritatevole e innocua che parlava agli animali e amava la natura, un hippie medievale?” Il nome di Francesco evoca infatti alcune virtù particolari come la semplicità, la povertà, l’amore per la natura, la ricerca della pace ed è probabile che proprio per questo sia stato scelto dal nuovo papa dei cattolici per evidenziare un presunto nuovo corso di una chiesa alle prese con scandali di vario tipo. Ebbene il nostro psichiatra ha scritto un libro “Francino, l’altra storia di Francesco d’Assisi” dove spiega, con dovizia di particolari, che le caratteristiche di Francesco, la sua storia e le sue scelte di vita, raccontano cose diverse da quelle che siamo abituati a sentire da sempre. Sembra infatti che il santo fosse persona piuttosto instabile e con comportamenti che è possibile interpretare come frutto di pesanti psicosi. Per avvalorare questa interpretazione Beppe analizzerà il santo, virtualmente steso sul lettino, attraverso le ricerche storiche svelando, in un modo affabile, ma preciso, altre verità, questa volta né assolute né inconfutabili, ma relative all’esistere dei fenomeni del mondo. Egli le descrive e le documenta affidandole al riscontro della scienza. Le pacifiche ma affilate armi di “Beppe” sono l’analisi della psiche, di cui è esperto, e l’analisi dei dati storici, il tutto condito con sarcasmo e ironia. I risultati sono la valutazione delle patologie di cui era probabilmente affetto Francesco, come d’altra parte anche altri “santi”, e cioè le psicopatie con allucinazioni, e l’analisi del pesante coinvolgimento emotivo delle popolazioni alle prese con le “straordinarie” notizie che riguardavano “i santi” in epoche in cui la conoscenza scientifica doveva ancora affermarsi.
I titoli dei libri di Beppe Merenda, alcuni dei quali verranno messi gentilmente a disposizione, sono “Francino, l’altra storia di Francesco d’Assisi”; “Santuzze e santuzzi” , sui santi e martiri siciliani; “L’uomo che gustò la morte” , sulla figura di Gesù. L'ingresso è libero, seguirà dibattito.
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I GIOVANI E LA LAICITA' UN CONFRONTO APERTO |
Venerdì 18 Ottobre a Mestre, ore 18,30 sede PD di Mestre Centro di Via Pescheria Vecchia (P.zza Ferretto) GIOVANI E LAICITA', organizzato dai giovani Democratici del Circolo radio Aut e UAAR, sul tema della laicità.
Un confronto di prospettive differenti in un contesto libero e plurale. L'ingresso è libero, seguirà dibattito.
Per UAAR le relatrici saranno Anna Pierobon e Caterina Cavallarin.
"Perché il giudizio universale non passa per le case, le case dove noi ci nascondiamo, bisogna ritornare nella strada, nella strada per conoscere chi siamo": La strada, di Giorgio Gaber
Mettete dei giovani curiosi e aperti ( questo è la loro pagina FB -giovani Democratici del Circolo radio Aut-) che partecipano alla vita politica in un partito in cui convivono parti diverse rispetto alla sensibilità religiosa, mettete le convenienze elettorali e i compromessi di governo in un Paese connotato dal cattolicesimo, mettete la società attuale con le sue spinte verso i diritti ciili, mettete due giovani donne non credenti che vogliono partecipare al dibattito, ed ecco un mix corroborante, di sprizzante energia.
Ecco di seguito le presentazione di Anna (studi filosofici) e di Caterina (studi giuridici) sul tema laicismo e laico. Da leggere sono troppo belle e guardano al futuro...
clicca su LEGGI TUTTO qui sotto sulla destra..............................
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"IL PRINCIPE" DI MACHIAVELLI HA 500 ANNI MA IL SUO INSEGNAMENTO E' ANCORA ATTUALE |
“Non essendo, adunque, stata la Chiesa potente da poter occupare la Italia, né avendo permesso che un altro la occupi, è stata cagione che la non è potuta venire sotto uno capo, ma è stata sotto più principi e signori, da’ quali è nata tanta disunione e tanta debolezza, che la si è condotta a essere stata preda, non solamente de’ barbari potenti, ma di qualunque l’assalta.” Machiavelli nei Discorsi sopra la prima Deca di Tifo Livio (1.12), 1513.
Venerdì 18 Ottobre a Venezia, ore 17,30 presso l’Ateneo Veneto (vicino il Teatro La Fenice) La Ragion di stato, per i 500 anni del “Principe” di Niccolò Machiavelli. Introduce e coordina: Franco Ferrari (UAARVe)
Conversazione con Daria Perocco (Uni. Ca'Foscari-Venezia)
Il Principe di Niccolò Machiavelli e il Cortegiano di Baldassar Castiglione:
due modi di intendere il potere nell'Italia del Cinquecento.
Franca Lugato (storica dell'arte moderna)
Volti del potere nella pittura italiana del Cinquecento.
Giovanni Levi ( Univ. Ca'Foscari-Venezia)
I Gesuiti e la Ragion di stato.
Nel 2013 ricorrono 500 anni dalla stesura de “Il Principe” di Niccolò Machiavelli e l’UAAR, in collaborazione con l’Ateneo Veneto, gli dedica una speciale conferenza dal titolo “La Ragion di Stato” con un ventaglio di interventi per affrontare un’epoca particolarmente frizzante per ciò che riguarda la politica, l’arte e la religione in Italia. “Il Principe” di Machiavelli, dedicato a Lorenzo dè Medici, detta ancora un modello attuale di “buon” governo. Partendo da alcune osservazioni fatte da Machiavelli durante i suoi viaggi sulle differenze tra Italia, con la presenza interna di uno stato papale, e l’Europa, egli esorta la politica e "il principe" a non assoggettarsi alla morale astratta ma piuttosto a risolvere i problemi con i mezzi più funzionali e adeguati alla realizzazione del fine proposto. Machiavelli ha, insomma, una visione realistica, razionale e “scientifica” della politica che deve ricercare attraverso la sua azione il maggior equilibrio di benessere per tutti (regnante e sudditi). Egli incoraggia la concretezza che viene espressa anche nello stile letterario usato che è chiaro e che utilizza abbondanti esempi, metafore, paragoni e immagini. L’intervento sui volti nella pittura ci introdurrà, invece, all’iconografia del potere espressa dai maggiori artisti del Cinquecento attraverso i ritratti delle personalità dell’epoca. Infine, l’intervento conclusivo tratterà dell’ordine religioso dei Gesuiti. Furono proprio i Gesuiti, che non amavano Machiavelli e il suo “Il Principe” che affranca la politica dalla morale come disciplina autonoma , che sintetizzarono il suo pensiero con la famosa e gelida frase “il fine giustifica i mezzi”, cercando così di limitare e di rendere negativa la ben più ampia portata dei suoi ragionamenti. L’ingresso è libero.
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IN DIFESA DELLE SCUOLE PUBBLICHE |
LA LETTERA SCRITTA ALLA NUOVA IN "RISPOSTA" ALL' ARTICOLO SULLE SCUOLE PARITARIE DEL 12 OTTOBRE 2013
In difesa delle scuole pubbliche, con invito finale. Dalla scuola paritaria Cavanis, mentre gli studenti della scuola pubblica protestavano in corteo per i tagli all’istruzione, arriva l’ennesimo messaggio fuorviante, in forma d’omelia, sul rapporto tra i costi della scuola privata e quella pubblica (vedi la Nuova del 12 ottobre, pag. 21). Il Patriarca dei cattolici veneti non ha dubbi: i costi della scuola paritaria per alunno sono 14 volte inferiori a quelli della scuola pubblica. Ma c’è di più perchè la scuola paritaria garantirebbe la libertà. Scusate ma qualche piccolo dubbio mi assale e vorrei cominciare dalla libertà che, penso, non dovrebbe essere a senso unico: come gliela spieghiamo a quei genitori, magari di altre religioni o addirittura atei e agnostici, costretti a iscrivere i figli in una scuola cattolica perché di scuole statali non ce n’è o i posti sono esauriti? Come la spieghiamo agli alunni della scuola pubblica che non vogliono frequentare l’ora di religione e si trovano in difficoltà? Come spieghiamo i crocefissi appesi nelle aule scolastiche, nei tribunali e negli ospedali? Ma lasciamo stare, so di essere di parte. Andiamo ai costi delle paritarie, ma a quelli veri, che però in realtà sono sconosciuti perché le prebende sembrano piovere “dal cielo” e arrivano alle scuole paritarie in mille rivoli dalla Regione, dai Comuni, e poi ci sono altre facezie come i buoni scuola, il mancato pagamento dell’IMU sugli edifici, gli sponsor (sì gli sponsor!). Ora andiamo ai costi dl personale: il personale insegnante delle scuole paritarie sembra sia piuttosto malpagato ma “subisce” perché poi gli anni valgono per le graduatorie delle scuole pubbliche!. La qualità dell’insegnamento (i dati sono dell’OCSE, della Fondazione Agnelli e dello stesso Ministero dell’Istruzione) è scarsa. Infine la chicca finale: nelle scuole paritarie si pratica purtroppo il diniego verso i disabili che, si sa, costano un sacco. Ho finito, anche se avrei altre cosucce … ad esempio i tanti miliardi di finanziamento spostati in questi anni dalla scuola pubblica a quella privata, anche per questo hanno protestato gli studenti. E poi chissà quanti soldi si risparmierebbero senza l’ora di religione nelle pubbliche (la stima è di 1 milardo e 250 milioni l’anno!). Insomma, veniamo al punto, ci sono delle cose che non si possono comprare come la scuola pubblica gratuita, la scuola di tutti, la fucina del futuro. Le scuole private invece si pagano e rappresentano sempre progetti educativi di parte, specie se confessionali. La libertà per le scuole paritarie esiste ed è garantita dalla Costituzione, purché “senza oneri per lo Stato”. I cittadini che lo vogliono sono liberi di destinare soldi a istituti meno competitivi di quelli statali e di iscrivervi i loro figli. Sono disponibile ad un confronto caro Patriarca dei cattolici per cui la invito, quando vuole, ma mi porti le somme bonificate dalla Regione, dai Comuni, anche quello di Venezia, un bilancino insomma così facciamo due conti un po’ più precisi. Cordialità. Cathia Vigato Coordinatrice Circolo UAAR, Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti, di Venezia Venezia, 12 ottobre 2013
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Repubblica Delle Idee? ne manca una: LA LAICITA' |
DISTRIBUITI 1000 Volantini davanti a:
Fenice (Venezia) venerdì 11 ottobre Teatro Toniolo (Mestre) sabato mattina e pomeriggio 12 ottobre Teatro Toniolo (Mestre) domenica mattina 13 ottobre per ricordare a "Repubblica delle Idee” che non basta l’euro per essere europei, qui in Italia ci vuole anche la LAICITA’
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