Martedì 31 gennaio a Venezia, "Cosa significa scegliere?" |
"La libertà non sta nello scegliere tra bianco e nero, ma nel sottrarsi a questa scelta prescritta". Theodor Adorno, Minima moralia, 1951
Martedì 31 gennaio a Venezia, ai Calegheri allo ore 18.00,Conferenza su:“Cosa significa scegliere?
La ridondanza di possibilità è libertà o prigione?” Riflessioni a margine del libro di Renata Salecl
“La tirannia della scelta”, a cura di Marina Maruzzi . Renata Salecl, filosofa e sociologa, ha pubblicato nel 2011 un saggio interessante dal titolo: "La tirannia della scelta"(Editori Laterza) ed è la stessa autrice ad indicarci l'obiettivo della sua analisi: “… esplorare come l'idea di poter scegliere chi vogliamo essere e l'imperativo "diventa te stesso" abbiano cominciato a lavorare contro il nostro interesse, rendendoci più ansiosi e più avidi invece di promuovere la nostra libertà”. La conferenza di Marina Maruzzi prenderà spunto proprio da questa contraddizione e cioè sul fatto che l'abbondanza di scelte, relativamente a ciò che vogliamo fare della nostra vita, ma anche semplicemente nei riguardi degli acquisti, ci rende di fatto più insicuri, meno informati di quello che appare, inadeguati, a volte traumatizzandoci. Avere la possibilità di “tante scelte” non è sempre perciò indice di maggiore libertà. Se aggiungiamo poi che, come l’autrice ben spiega con ironia e saggezza, spesso le nostre scelte, anche sui modelli di vita, non si basano sulla pura razionalità ma sull’equilibrato gioco di emozioni personali e sensazioni a volte indotte dagli esperti di marketing , le cose si complicano. Dobbiamo dunque fare i conti con la nuova realtà sociale e imparare a gestire l'esercizio della scelta che è una capacità essenziale del buon ed etico vivere. Marina Maruzzi, coordinatrice del nostro circolo, ci solleciterà, attraverso una ricognizione storico-filosofica del concetto di scelta, a ripensare e a vivere in modo più autentico, perché le possibilità date vengano colte con più autonomia e consapevolezza, restituendo alla scelta la sua qualità di fondamentale dimensione della nostra identità di esseri umani.
Foto di Alessandro Passerini
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6 Miliardi e i no-don Chisciotte di Mestre! |
“Con sei miliardi l’anno, l’Italia farebbe miracoli”, è questo l’indovinato slogan della campagna informativa di UAAR, l’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti, che campeggerà con centinaia di manifesti, colorati da azzurre frizzanti nuvolette, affissi nelle maggiori città italiane, e anche a Venezia-Mestre con ben 200 copie.
L’invito ai cittadini è di visitare il sito di uaar www.icostidellachiesa.it per scoprire esattamente 6.086.565.703 di motivi per farlo, e cioè quanto denaro pubblico viene veicolato dallo Stato italiano in variate, e fantasiose forme, verso la confessione religiosa cattolica. C’è l’otto per mille, che peraltro viene suddiviso con un sistema poco “ortodosso” non in base alle effettive firme apposte alle dichiarazioni dei redditi, ma anche parte dell’otto per mille dello Stato e poi migliaia di delibere di Comuni, Province e Regioni che destinano denaro a parrocchie e a scuole private gestite da religiosi, ad associazioni, e poi i costi per gli insegnanti di religione, per i cappellani militari, gli assistenti religiosi negli ospedali, le esenzioni dalle imposte e tanto, veramente tanto, altro.
Nessuno sa con precisione di quanto denaro in realtà si tratti e la nostra stima, pur particolareggiata, è sicuramente in difetto, e già questo dovrebbe far riflettere sulla scarsa trasparenza e informazione sulla spesa di denaro pubblico per una religione “non di stato”. Qui si è di fronte ad un’ingerenza economica notevolissima che si mescola purtroppo, e da troppo tempo, a quella politica, creando continue tensioni e freni per la conquista dei diritti civili (tutela alle coppie di fatto, fecondazione assistita, pillola del giorno dopo, testamento biologico, ecc).
Per l’Uaar le religioni (tutte) dovrebbero essere sostenute da chi le professa. Per l’Uaar il denaro pubblico va speso, e bene, per tutti, nella sanità pubblica, nella scuola pubblica, nel welfare, nella previdenza; e il volontariato e l’ associazionismo dovrebbero dispiegarsi in favore della società senza creare lobby o canali di finanziamento privilegiati.
Siamo dei don Chisciotte? Non lo pensiamo. Pensiamo invece che i cittadini italiani siano maturi per valutare bene i fatti e come viene speso il loro denaro. E i recenti spiragli –a parole- di una chiesa che si dice intenzionata a discutere del pagamento dell’Ici, o Imu, sulle proprie attività commerciali, è già un piccolo passo avanti che ci piace pensare sia in parte anche frutto delle nostre istanze.
Noi, stiamo a vedere, pronti ad esaminare, riflettere, valutare,segnalare, informare, e invitiamo coloro che vorrebbero sentirsi cittadini di uno stato veramente laico, a fare altrettanto.
Affacciatevi dunque alle finestre e con gli bene aperti, nuvole azzurre, frizzanti, manifesti UAAR all’orizzonte, con tanto di no-don Chiosciotti sorridenti !!!.
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Consulta bambine e bambini di Venezia: più spazi ai non cattolici |
Il Corriere della Sera del 21 gennaio dedica un articolo alla Consulta delle bambine e dei bambini di Venezia riportando l’intervento di una piccola leonessa dodicenne di Mestre che dice all’assessore: “Ogni giorno a scuola ci salutiamo con un «ci vediamo in parrocchia o a messa», i ragazzi cattolici hanno molte sedi per incontrarsi, gli altri no. Assessore, può mettere a disposizione per noi spazi del Comune?”.
Questa ragazzina noi la conosciamo perché la madre si è rivolta all’Uaar per risolvere un “problemino” e cioè che la scuola di Mestre che frequenta ha ostacolato per lungo tempo il suo diritto all’ora alternativa a quella di religione. Ai genitori proprioper questo motivo è stato rivolto un caldo invito a iscrivere la studentessa in un altro istituto. Ora però che i media hanno citato la scuola per l’intervento della bambina, pare che lei sia divenuta una piccola star alla quale tutti sorridono anche quando parlando in classe di discriminazione spiega che: “… gli episodi di discriminazione trovo siano particolarmente gravi quando provengono dalle persone che nella società hanno potere e autorità. Quando, ad esempio, il papa Benedetto XVI parla dei milioni di cittadini, dicendo che sono «persone prive di umanità, tristi e corrotte», solo perché atei, è molto grave, perché rappresenta un invito a discriminare le persone in questione.”
Grazie leonessa.
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Il film "Milk" a Marghera mercoledì 25 Gennaio, ore 17,30 |
Mercoledì 25 Gennaio, a Marghera presso il Centro Civico di via Catene 65, ore 17,30 visione di alcune sequenze e discussione sul film “Milk” di Gus Van Sant, del 2008 Milk è un film sulla vita di Harvey Milk (nella foto il vero Milk) , figurato da Sean Penn che per la sua interpretazione ha ottenuto il Premio Oscar 2009 come miglior attore protagonista. Harvey Bernard Milk (1930– 1978) è stato il primo componente delle istituzioni statunitensi apertamente gay e un militante del movimento di liberazione omosessuale. Fu assassinato 1978 da un omofobo .Il Presidente degli Stati Uniti Obama ha conferito nel 2009 a Milk la massima decorazione degli Stati uniti, la Presidential Medal of Freedom per il suo contributo al movimento per i diritti dei gay. Il film, ricco di immagini di repertorio, ripercorre le tappe della tormentata ascesa politica di Milk non lesinando i risvolti della sua vita personale e di quella dei suoi amici della comunità gay di Castro a San Francisco. Proprio in questo quartiere popolare della città abitato prevalentemente da lavoratori irlandesi-cattolici il piccolo negozio di fotografia, aperto insieme al suo compagno Scott, diviene il ritrovo di un gruppo di amici che sostiene il nascente attivismo di Milk, il quale chiede pari diritti e opportunità per tutti diventando un paladino dell'intera comunità di Castro. Il regista Gus Van Sant presa conoscenza della figura di Milk poco dopo la sua morte, rimase notevolmente colpito dal suo esempio, tanto da trovare il coraggio di dichiarare la propria omosessualità. Da sempre vicino al cinema di cronaca, Van Sant realizza un film su una morte annunciata avvalendosi di uno stile sobrio e asciutto, quasi documentaristico, usando e mescolando tra loro varie tecniche come flashback, found footage, e immagini volutamente sgranate in super 8, per dare senso d’epoca alla pellicola. Nel film, sempre in immagini di repertorio, appaiono alcuni protagonisti delle campagne americane contro gli omosessuali e i loro diritti. L’ingresso è libero
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Lo spettacolo di martedì a Milano, volto e copyright |
"Quel che è davvero inammissibile, migliaia di firme del mondo della cultura lo domandano in un appello che circola in queste ore in rete, è la crociata preventiva. La censura vaticana a priori. La minaccia fisica e verbale, questa sì davvero blasfema quando esercitata in nome di Dio". Conclude coosì Concita De Gregorio il bell'articolo a pag. 52 di "la Repubblica" di sabato 21 gennaio sullo spettacolo che martedì andrà in scena al Parenti di Milano, "Sul concetto di volto nel figlio di Dio" di Romeo Castellucci.
Lamentano un copyright le gerarchie vaticane e gli integralisti cattolici, quello sul volto di Cristo. Crocifisso sì ma a teatro no, se il messaggio non è consono e accordato alla storia evangelica non apocrifa, allora è blasfemo offensivo. Un'opera d'arte quella di Antonello da Messina come sfondo del palco, un volto dipinto, chissà chi sarà stato il modello....tutto umano immagino. Una trama che prevede un anziano incontinente e il dramma dell'incomprensione generazionale o, meglio, della difficoltà di cambiare il ruolo, e il pannollone, tra genitore e figlio.
Certo, non ho visto lo spettacolo, ma lo difendo anche se fosse tutta "misericordia", come si è afffrettato a spiegare il regista, come difenderei una foto, un libro, un'opera d'arte "non consona" sulla storia e i personaggi biblici, come espressione della libertà che ognuno ha, di riflettere, criticare, interpretare. Ma è un'offesa dicono: un urlo, un danno , un ingiuria, una bestemmia ovvero una blasfemia. Come se ancora la parola, l'espressione, il gesto, possedessero una forza magica tale da poter modficare l'oggetto interessato.
Così debole è dunque la forza di dio che può aver timore di qualche parola, di una recitazione, di una bestemmia? Oppure la reazione è una crociata temporale , con la spada e tutto il resto per marcare il territorio, usurpare, sconfiggere ancora chi cerca di affrancarsi o è libero di non credere? Cathiatea
Da wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Leggi_sulla_blasfemia : ..."Attualmente la bestemmia è considerata un illecito amministrativo, essendo stata depenalizzata con la legge 25 giugno 1999, n. 205. La versione attuale (vigente) dell'articolo 724 ("Bestemmia e manifestazioni oltraggiose verso i defunti") è la seguente:
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Martedì, 24 Gennaio Mestre: “L’identità personale. Chi sono?" |
“Noi non percepiamo praticamente che il passato dal momento che il puro presente è l’inafferrabile progresso del passato che fa presa sul futuro”. “Materia e Memoria, 1896, Henri-Louis Bergson
Martedì, 24 Gennaio, ore 17.30, a Mestre al Centro Culturale Candiani:
“L’identità personale. Chi sono?” La filosofia e il concetto di identità personale rispetto al concetto di tempo, a cura di Dario Berti
Il problema su cui si concentrerà il relatore è l'identità personale nel tempo: cosa fa sì che io sia la stessa persona che ero un minuto fa, un'ora fa, dieci anni fa? La risposta a questa domanda è tutt'altro che scontata. Ma cosa si intende per identità personale? Per Locke, che ne parlò per la prima volta, è una conquista, un lavoro che si prolunga nel tempo, legato alla memoria, per mettere in relazione gli istanti, le ore, i giorni della nostra esistenza con l'arco della nostra vita organica, con il nostro corpo. Non dunque l’anima, intesa come sostrato unitario e indivisibile, ma il fallibile “filo della memoria” che, per Hume, è addirittura un “feticcio”, cioè qualcosa di costruito da noi stessi in quanto negli esseri umani essa si presenta lacunosa, priva di continuità e con ricordi spesso alterati. E i ricordi ci proiettano in un probabile futuro immaginato, rassicurandoci sul nostro esistere. E’ il flusso tra passato, presente e futuro quello che può dare un senso a noi stessi come identità costruendosi nel riflesso degli altri membri della società umana alla quale apparteniamo. Oggi, con l’era di internet , con la rete virtuale e i nuovi strumenti che dilatano ricordi, dimensioni, relazioni, tempi, l’individualità si scompone e si ricompone in nuove diverse ridondanti modalità, quasi in una fusione che evoca concezioni di civiltà non occidentali e futuri possibili scenari veramente difficili da immaginare.
L’ingresso è libero ed è previsto il dibattito finale con il pubblico. Cathiatea
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Martedì 17 Gennaio a Venezia. Relazione su "Razionalismo", a cura di Franco Pallozzi |
"Ma, nonostante fossimo veloci la nave non passò inosservata alle sirene e non appena fummo a una distanza che ci consentiva udirle intonarono un canto soave: " Vieni, famoso Ulisse, eroe dei greci, ferma la nave, così potrai ascoltarci. Nessuno è mai passato di qui senza fermarsi ad ascoltare il dolce suono del nostro canto, chi si è fermato se ne è andato dopo avere provato piacere e acquisito più conoscenza." (Odissea -parafrasi-Libro 12)
Martedì 17 Gennaio a Venezia, sede in campo Margherita, ore 17.30, dopo la consueta riunione di circolo, Relazione e successiva discussione sul termine “Razionalisti”, a cura di Franco Pallozzi.
Ulisse, consapevole della debolezza umana di fronte alla pericolosa seduzione della” magia” e delle spiegazioni facili e suadenti della realtà popolate di dei, e, anche, di quanto possano essere fallaci le percezioni sensoriali, si fa legare all’albero della nave per non soccombere al canto delle sirene: ecco un esempio di razionalità. La ragione umana è la fonte della conoscenza, anche di quella dei suoi limiti, fino a fare del “dubbio” l’acceleratore e il metodo di verifica di ogni ricerca scientifica e di ogni approccio al sapere. Se anche “La verità come la luce acceca. La menzogna, invece, è un bel crepuscolo, che mette in valore tutti gli oggetti. (da La caduta, Albert Camus)”, il razionalismo non rinuncia all’esplorazione della realtà attraverso il metodo scientifico, rigoroso, riproducibile, controllabile, privilegiando l’ottica dell’immanenza a quella della trascendenza. Insomma, un tema appassionante, sul sapere umano, sulla storia della scienza, sulla critica posta da coloro che vedono il razionalismo quasi un nuovo dogma, una nuova religione. Un dibattito che ci porterà a parlare anche dell’intuizione, altro argomento difficile da affrontare e da comprendere, o della convinzione di alcuni razionalisti che anche le credenze possano basarsi sulla ragione (dimostrazioni dell'esistenza di dio). Infine il collegamento con il tema dell’agnosticismo, che nel dubbio, sospende il giudizio in una visione ampia di relatività della conoscenza. Ti aspettiamo per questa interessante relazione, gli appuntamenti sono aperti a tutte e a tutti. Cathiatea
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