Proprio in queste ore le testate locali e nazionali rilanciano la notizia della donna di Mestre che si trova ormai da dodici anni in stato vegetativo (qui uno degli articoli: https://tinyurl.com/ElisaLaNuova2707). Un caso che già si è meritato l'appellativo di "una nuova Eluana", viste le similitudini con la tristemente celebre vicenda che ha coinvolto la famiglia Englaro negli anni passati.
Noi del Circolo UAAR di Venezia vogliamo innanzitutto esprimere la piena solidarietà alla famiglia di Elisa P. in questa drammatica situazione; e cogliamo l'occasione per ricordare come tutta questa sofferenza sarebbe facilmente evitabile se le leggi dello Stato lasciassero ai cittadini la libertà di scelta su come concludere con dignità la propria esistenza qualora le condizioni di salute portino a condurre una vita che, secondo le proprie definizioni, "vita" non è.
In Parlamento giacciono da tempo due proposte di legge chiare e semplici, volte a evitare, se non il dramma, quantomeno le penose conseguenze sia per chi ha subito irrimediabili danni mentali o fisici da incidente o malattia, sia per i loro cari che li accudiscono. La prima di queste leggi è per il testamento biologico (più propriamente DAT, Disposizioni Anticipate di Trattamento) che prevede, su base volontaria, la disposizione preventiva di non accanimento terapeutico in caso di gravissima e infausta prognosi. La seconda è la proposta di legge per l’eutanasia, in caso di situazioni gravissime e ovviamente sempre su base volontaria. Quella stessa eutanasia alla quale già alcuni italiani ricorrono, ma all’estero, dove questa libertà è già concessa. Entrambe le leggi subiscono da mesi la cronica lentezza del Parlamento, che fatica a prendere la responsabilità di una decisione: nel frattempo, le cittadine e i cittadini italiani non possono ancora usufruire di questi provvedimenti. Per il testamento biologico, però, la volontà delle persone è stata così forte che registri DAT sono stati istituiti in diversi Comuni (compreso quello di Venezia), benché in assenza di una legge nazionale la loro efficacia possa essere ancora messa in discussione.
Durante la battaglia di civiltà condotta dal padre di Eluana Englaro, proprio in Parlamento si sono sentite parole vergognose e impietose, che hanno alimentato nella società un clima di arroganza e vera e propria cattiveria: non possiamo dimenticare i cartelli, le bottigliette d’acqua, le candele e le veglie "per la vita" sotto le finestre della casa di cura dove Eluana giaceva e la sua famiglia combatteva per la dignità della liberazione del suo corpo. Oggi, anche grazie all’esperienza di Eluana, e al coraggio di tante altre persone in situazioni drammatiche, la mentalità delle persone su questi argomenti è cambiata: "testamento biologico" ed "eutanasia" sono parole che non fanno più paura ai cittadini. E a chi è chiamato a legiferare, invece, che paura fanno?
Oggi, per Elisa e per tutti i cittadini e le cittadine che vivono quotidianamente queste tragiche esperienze, ancora una volta ci auguriamo che il Parlamento non dimentichi e riprenda l’esame di queste due importanti leggi, e che queste vengano approvate celermente e senza compromessi al ribasso, nell’interesse di tutta la società civile.
Il Circolo UAAR di Venezia
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