La festività del Natale, corrisponde al Solstizio d'Inverno quando. la luce solare del giorno, inizia a aumentare nuovamente riportandoci piano pian alla primavera ed a un nuovo ciclo di vitale.
Il 25 dicembre come Natale, appare ufficialmente nel corso del quarto secolo dopo Cristo, al fine di fare coincidere la nascita di Gesù con le festività del solstizio d'inverno, cioè della “ rinascita” del Sole, celebrata da tempo immemorabile in Siria, Egitto, Roma. Cioè il Cristianesimo incorporò nel proprio calendario, tradizioni popolari e pagane preesistenti.
La volontà di rigenerazione si è espressa nel mito dell’eterno ritorno, presente in quasi tutte le tradizioni, che narra della distruzione periodica dell’universo e dell’umanità cui seguirà un nuovo universo e una nuova umanità
Ma vediamo cosa scrive La Nuova Enciclopedia cattolica “….per inspiegabile che sembri, la data di nascita di Cristo non è nota. I Vangeli non indicano né il giorno né l’anno……fu assegnata la data del solstizio d’inverno perché in quel giorno, in cui il Sole comincia il suo ritorno nei cieli boreali, i pagani che adoravano Mitra celebravano il Diesi Natalis Solis Invicti (giorno della nascita del sole invincibile)”. Nuova Enciclopedia Cattolica”dell’Ordine Francescano (ed. 1941)
A Roma venivano celebrati lietamente i Saturnali per una settimana, fra il 17 e il 20 dicembre, e, in epoca imperiale, continuavano fino al 24 conglobando altre feste. Durante quei giorni, come in ogni periodo di caos rituale, la gente si scambiava i ruoli: ad esempio i padroni servivano gli schiavi. Inoltre si permetteva il gioco d’azzardo che, proibito durante il resto dell’anno, era originariamente un atto rituale in stretta connessione con la funzione rinnovatrice di Saturno il quale distribuiva le sorti agli uomini per il nuovo anno; sicché la fortuna del giocatore non era legata al caso ma al volere della divinità. Il ricordo sbiadito di quei giochi è l’attuale tombola che si usa nel giorno di Natale. Anche le statuette d’argilla che ci si scambiava come doni durante la festa erano collegate al gioco divino: simboleggiavano gli uomini che vi erano raffigurati, mentre le candele di cera, anch’esse dorate, alludevano alla luce che miticamente aveva portato Saturno con l’età dell’oro.
Il culto di Mitra è quello che ha sostanzialmente più influenzato il rito religioso del Natale e la stessa religione cristiana. Sia a Mitra/ Dio Sole sia ad un suo profeta, Zarathustra, sono accreditate le nascite il 25 dicembre, molti secoli prima della nascita di Cristo. Mitra è fatto partorire da una vergine, è denominato “il buon pastore”, aveva 12 compagni, effettuava miracoli, sepolto in una tomba è risorto dopo tre giorni e la sua resurrezione veniva celebrata ogni anno. Il mitraismo è una religione che ha avuto il suo massimo sviluppo in Persia ma sembra sia di origine indiana. Altri storici sostengono che sia di origine mesopotamica. I Magi erano una classe sacerdotale del culto di Mitra e verranno recuperati nella tradizione del Natale Cristiano come annunciatori della nascita del Messia.
La tradizione dei larii e il presepio
Per comprendere la tradizione e la genesi del moderno presepe, può essere utile ricordare la figura del lari (lares familiares), profondamente radicata nella cultura etrusca e latina.
I larii erano gli antenati defunti che, secondo le tradizioni romane, vegliavano sul buon andamento della famiglia. Ogni antenato veniva rappresentato con una statuetta, di terracotta o di cera, chiamata sigillum da signum = segno, effigie, immagine.
Le statuette venivano collocate in apposite nicchie e, in particolari occasioni, onorate con l'accensione di una fiammella. In prossimità del solstzio d’invernoi svolgeva la festa detta Sigillaria (20 Dicembre)), durante la quale i parenti si scambiavano in dono i sigilla dei familiari defunti durante l'anno.
In attesa della festa, il compito dei bimbi delle famiglie riunite nella casa patriarcale, era di lucidare le statuette e disporle, secondo la loro fantasia, in un piccolo recinto nel quale si rappresentava un ambiente bucolico in miniatura. Nella vigilia della festa, dinnanzi al recinto del presepe, la famiglia si riuniva per invocare la protezione degli avi e lasciare ciotole con cibo e vino. Il mattino seguente, al posto delle ciotole, i bambini trovavano giocattoli e dolci, "portati" dai loro trapassati nonni e bisnonni.
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